Primo appuntamento. 5 consigli pratici

Primo appuntamento. 5 consigli pratici

Il primo appuntamento inutile negarlo, spaventa sempre e non solo se si è nell’età dell’adolescenza. Ecco in questo articolo 5 consigli pratici.

Le fantasie che aleggiano nella mente e le aspettative, creano facilmente imbarazzo e senso di inadeguatezza.

Come sbloccare questa forma mentis negativa?

Ecco alcuni consigli che possono aiutare in questi momenti:

1. Fai un bel sorriso

smile

Frasi negative evocano stati d’animo negativi, quindi cerchiamo di controllare i nostri pensieri e il nostro comportamento.

Più useremo parole a valenza negativa, più saremo propensi a generare in noi stati d’animo negativi.
Se non sai di cosa sto parlando ho scritto già un articolo di approfondimento su questo tema

 

Ricorda che il nostro cervello risponde praticamente a qualsiasi domanda noi gli facciamo, quindi, se ci domandiamo cosa c’è che non va in noi, di certo il nostro cervello ci risponderà in mille modi (troppo grasso, troppo magro, troppi vizi, ecc) tutti negativi.

Allo stesso modo se ci domandiamo: cosa c’è di bello in noi?

Otterremo risposte positive.
Le emozioni che ti fanno star bene,  sono quelle che mettono in azione anche il tuo corpo, facendoti assumere una postura diversa, congruente con lo stato d’animo che provi.

Il primo passo per liberarsi delle emozioni negative è: SORRIDERE.

LEGGI ANCHE: IL SEGRETO PER ESSERE INFELICI E’ AVERE IL TEMPO DI CHIEDERSELO CONTINUAMENTE

E’ importante prendere il primo incontro con leggerezza, ricordiamoci che non stiamo andando in guerra.

 

2. Rispetta la sua zona

Che significa?

Che non devi essere invadente. A volte non ce ne accorgiamo neanche, ma tendiamo ad entrare con troppa facilità nella cosiddetta zona intima  (meno di 50 cm) e non è detto che all’altro faccia piacere.

Esistono delle zone comunicative da rispettare, vai ad approfondire l’argomento, è importante, qui sotto ti lascio il link di un post che ho già scritto su questo tema
LEGGI: VUOI COMUNICARE BENE? ATTENZIONE ALLA DISTANZA

 

 

3. Invece di pensare a cosa dire o fare, pensa a cosa NON fare

Il primo appuntamento è quasi sempre motivo di ansia, iniziano a sorgere i primi dubbi su cosa dire, cosa fare, ma non sempre si pensa a ciò che invece, non bisogna fare.

Ad esempio:

– Evitiamo di guardare o giocare con il telefono.

Indica poca attenzione nei confronti dell’altro. Stessa cosa se rispondiamo subito ad un messaggio o chiamata in arrivo.

– Evitiamo di raccontare tutta la nostra vita in pochi secondi.

Chi siamo, che lavoro facciamo, che aspettative, hobby o sport pratichiamo

– Evitiamo il racconto di storie passate

Non è piacevole ascoltare queste storie, poi se la cosa continua, ci sarà sempre tempo per parlarne.

– Non parlare del prossimo appuntamento

Si rischia di fare di questo bellissimo incontro, l’ultimo.

In pratica se leggi attentamente i punti in rosso qui sopra, l’unica cosa che PUOI e DEVI fare, è prestare un ascolto attivo. Come puoi usare parole empatiche e sviluppare un ascolto attivo? Ne abbiamo parlato molte volte anche in questo blog, vai a spulciare qualche vecchio articolo, ad esempio – clicca qui: le parole dell’empatia – 

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4. Parliamo di lei

C’è un bellissimo film di Pieraccioni, dove la frase dell’attore è: “Ma non parliamo di me, parliamo di te”.

Ed è assolutamente un consiglio da seguire.

A pochi piace ascoltare, sopratutto in un’epoca come la nostra, e se lo facciamo è in genere per cortesia, poche volte per interesse.

Parlare della propria vita e interessi invece, viene bene a tutti, e a tutti piace quando gli altri parlano bene e con interesse di noi, fa sentire importanti.
Ti metto qui il link della scena del film per ricordare questo punto:

 

5. Interpreta i suoi segnali di gradimento e rifiuto

Questa è la madre di tutti i consigli.

Possiamo prepararci bene il discorso, possiamo addirittura ricordarcelo quando andiamo a cena con la nostra lei/lui, ma se nel momento in cui andiamo a parlare, (l’altro o l’altra) ci da di continuo dei segnali di “rifiuto” è inutile continuare.

In questi casi bisogna fermarsi e calibrare al meglio la nostra comunicazione se vogliamo risultare seducenti, coinvolgenti o semplicemente di buona compagnia altrimenti il conto, come nel video sopra, arriverà prima del previsto.

Al contrario, se lei (o lui) ci da dei segnali chiamati di “gradimento”, potremmo continuare a parlare tutta la sera, di certo il magic moment ci sfuggirà di mano.

Lo so, serve una formazione apposita, ma non è difficile. In genere bastano 2 giorni di formazione con docenti qualificati per poter interpretare bene il linguaggio del corpo del nostro interlocutore, ma non è assolutamente impossibile.

 


 

Qui sotto ti lascio un bel post che ho già scritto tempo fa, per aiutarti a capire in linea di massima quali sono questi segnali di gradimento e rifiuto. Il post ancora oggi, nonostante sia passato un bel pò di tempo da quando l’ho scritto, è in pole position tra i più letti in assoluto sul mio blog aziendale formaementis. – Leggi qui: La potenza dei segnali non verbali.

 

Se vuoi approfondire l’argomento, ti aspetto al mio prossimo corso sul linguaggio del corpo e microespressioni facciali
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La rifrequenza è sempre gratuita – Attestato finale

 


 

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Tutta la bibliografia riportata in questo articolo la puoi trovare nel mio libro“Comunicare bene, la comunicazione come forma mentis“, dal quale è stato tratto questo post.

Questo libro tratta la comunicazione verbale e non verbale, il linguaggio del corpo e l’ascolto empatico all’interno di una corretta comunicazione.

Partendo dall’approccio iniziale, seguendo passo per passo le dinamiche di un rapporto di comunicazione – che si tratti di rapporti di lavoro o relazioni informali – vengono presentate le principali strategie, proprie della PNL, della Gestalt e dell’Analisi Transazionale, percomunicare nel modo più efficace ed evitare gli errori più comuni, che spesso rendono difficile entrare in sintonia con i nostri interlocutori.

“Non si può non comunicare” nel gioco della vita ed apprendere le tecniche di comunicazione è possibile, al pari di ogni altra capacità, ma per farlo è necessario sviluppare uno specifico atteggiamento mentale.

E’ proprio questo approccio che differenzia questo libro dai tanti altri sul tema della comunicazione.

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