Lo scopo della menzogna e il bugiardo patologico

Lo scopo della menzogna e il bugiardo patologico

Quale è lo scopo della bugia? Che ruolo ha il bugiardo patologico?

Per rispondere a queste domande dobbiamo fare un passo indietro e capire cosa intendiamo per “bugia”.

Spesso troviamo la bugia al centro di eventi storici importanti come: nelle vicende del cavallo di Troia, nella morte di Socrate che preferisce bere la cicuta piuttosto che mentire, fino a Galileo, Cartesio, oppure in tempi più recenti, ai retroscena del Watergate o il bombardamento di Pearl Harbour, ecc.

Tutti mentiamo prima o poi, è normale, o meglio, è tipicamente istintivo, non è una condizione specifica dell’adolescenza, né un indice particolare di psicopatologia.

È ovvio che i bambini non possiedono le proprietà linguistiche degli adulti, per cui spesso definiamo bugia ciò che per il bambino è una semplice espressione di un’emozione, come ad esempio la paura, di bisogno di rassicurazione o di percezione inesatta della realtà.

Si può parlare di bugia quando si nota l’intenzione, un comportamento cosciente di mentire.

Se nei bambini la capacità di mentire è molto legata ad una prova atta a misurare la reazione degli adulti al suo comportamento, con lo sviluppo tale capacità assume altri significati, perché entrano in gioco altre variabili, come ad esempio: la situazione che si sta vivendo, la persona alla quale è rivolta o lo scopo che si vuole raggiungere.

È utile quindi una corretta classificazione in merito alle menzogne, alcuni ricercatori (Lewis M., Saarni C. , 1993) hanno quindi distinto vari tipi di bugie: bugie dovute a timidezza, di tipo gratuito, bugie fatte per evitare punizioni, oppure per difendere se stessi, gli altri, o anche la propria privacy, vediamone alcune:

Menzogne di timidezza

La timidezza può spingere a raccontare bugie.
Alla sua base c’è una rappresentazione negativa di se stessi; i timidi infatti, si sentono inferiori e questo modo di pensare influenza le loro relazioni.

Menzogne gratuite

Dietro alla maggior parte delle bugie si cela uno scopo o desiderio.

A volte invece ci troviamo di fronte a bugie che non lasciano intuire che cosa vuole raggiungere il soggetto, sono tutte quelle bugie che vengono raccontare per puro divertimento o anche per dare sfogo alla fantasia.

 

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Menzogne fatte per evitare punizioni

Aver paura di una punizione da un motivo per dire bugie, sia negli adulti che nei bambini.
Questi ultimi imparano a mentire ben presto quando si rendono conto di aver commesso una trasgressione.

 

Bugie per salvaguardare la propria intimità

Per salvaguardare la propria privacy spesso i ragazzi, ma anche gli adulti, raccontano bugie.
Nell’adolescenza emerge nei ragazzi il bisogno di crearsi un proprio spazio, di conseguenza scoperte sessuali e sentimentali, amicizie e vita di gruppo sono esperienze difficili da comunicare agli adulti.

L’adolescenza inizia proprio quando il giovane mira, anche a costo di mentire, a creare un proprio spazio privato, dove i genitori e gran parte delle figure adulte sono intenzionalmente escluse.

L’adolescente può mentire per svariati motivi.
Quando avviene nel dialogo con i genitori, la bugia è spesso strumentale, in quanto aiuta a preservare, nei momenti critici, uno spazio interiore.

In questo periodo della vita troviamo timori legati al confronto, al giudizio e al conflitto, quindi tramite la menzogna si cerca una fuga dalle difficoltà e responsabilità.

 

Ama l'arte; fra tutte le menzogne è ancora quella che mente di meno - G. Flaubert Share on X

 

La bugia nell’adolescenza

L’uso della bugia in adolescenza può indicare una difficoltà di integrazione dei diversi aspetti del Sé, sembra rispondere ad un fisiologico bisogno di “prendere tempo“, è un’esigenza di carattere difensivo finalizzata a proteggere parti del Sé non ancora consolidate.

La menzogna a quest’età, per lo sforzo di coscienza che richiede, rappresenta una tappa evolutiva fondamentale: la ribellione, infatti, è un gesto trasgressivo e consapevole che implica anche una spiccata capacità di reggere il peso della colpa, è qui in gioco l’identità del giovane alle soglie dell’età adulta, l’etica e la responsabilità.

 

Menzogne dette per proteggere sé stessi o gli altri

sono bugie che vengono dette nella vita di ogni giorno, per proteggere noi stessi o i sentimenti di persone a noi care.
Pensiamo per un attimo a quando riceviamo un regalo che non ci piace, non è forse vero ci mostreremo comunque entusiasti, dissimulando la delusione?
Gli adulti possono mentire anche per cortesia e questa regola sociale viene ben presto assimilata anche dai bambini.

Menzogne che fanno ottenere reputazione

Sono delle bugie in cui ci si inventa una storia, oppure un lavoro diverso, più remunerativo del reale, o anche una famiglia diversa.
Sono menzogne comuni nel periodo dell’infanzia, ma se la sua persistenza si estende oltre tale età, potrebbe essere un segnale preoccupante di alterazioni psicopatologiche.

 

Dopo aver mentito occorre buona memoria. Pierre Corneille, Il bugiardo, 1644 Share on X

 

Mentire a se stessi

E’ un inganno a sé stessi, una bugia che ci lascia confusi, dal momento che il soggetto che mette in atto tale menzogna è allo stesso tempo ingannatore e ingannato.

Nell’autoinganno vengono messi in atto meccanismi di difesa come la razionalizzazione e la denegazione.
Attraverso la razionalizzazione il soggetto inventa spiegazioni per il suo comportamento, da un lato può celare a se stesso la reale motivazione di alcune emozioni, e dall’altro riesce a nascondere ciò che sa inconsciamente, ma non vuole conoscere.

Attraverso la denegazione, invece, il soggetto rifiuta di riconoscere qualche aspetto della realtà interna o esterna evidente per gli altri, è questo l’esempio dell’alcolista che mente a se stesso dicendosi che non ha nessun problema.

 

In diplomazia, mentire è utile; in amore, necessario.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983

 

Lo scopo della bugia

Lo scopo della bugia, di qualsiasi genere essa sia, è sempre strategico.
Mentire senza scopo è patologico, ed è affrontato in altre sedi.
Chi mente cerca di mettere in campo una strategia che gli permetta di ottenere quel che vuole.

Oltretutto è difficile – sempre che non si abbiano dei problemi psicologici – che il bugiardo menta a chiunque.

Ci sarà sempre qualcuno, di cui si fida, che saprà come stanno le cose per davvero.
Quel che ognuno di noi decide, quindi, è a chi mentire e a chi dire la verità.

La società punisce chi mente, con leggi apposite, con regole morali religiose, con imposizioni stabilite. Eppure, è impossibile non mentire mai a nessuno, a meno di voler essere scacciati dai nostri simili.

In Asia, viceversa, la verità è conosciuta per essere scomoda e spiacevole, quindi si da per scontato, nei rapporti sociali, che si dica qualche bugia, come quelle di cortesia.

Voler essere sinceri a tutti i costi significa violare l’intimità personale, propria e degli altri.

Nella religione e cultura musulmana l’inganno è contrario al Corano, ma non l’omissione. Diventa a questo punto necessario evitare alcune domande personali, che riguardano la sfera privata.

Del resto, è quello che accade anche nel nostro Paese, nella criminalità organizzata, dove l’omertà è ritenuta una prova di “onore”.
In sostanza, anche se le menzogna è criticata dalle istituzioni, dalla morale comune, dalla religione, dalle usanze, non possiamo farne a meno, e già così facendo siamo tutti bugiardi!

 

Le menzogne sono o mute o parlanti, e le mute sono più pericolose delle parlanti.
Arturo Graf, Ecce Homo, 1908

 

I commercianti e i politici sanno bene che, proprio quando le cose volgono al peggio, è il momento di dimostrarsi più ottimisti e fingere sicurezza.
Questo perché ciò che conta è ciò che appare, e la gente si fida di chi è sicuro in se stesso, non chi – in modo onesto ma “perdente” in logica di marketing – confessa di avere di problemi seri.

 


Tale logica “d’affari” è applicata a qualsiasi livello sociale
, poiché, come abbiamo detto prima, le donne e gli uomini sono attirati da chi ha successo e chi appare sicuro e vincente.

Una persona con timori e dubbi su di se farà una notevole fatica a farsi notare dagli altri in modo positivo.

Le menzogne sono di diverso genere, inoltre, e se nessuno di noi ama essere preso in giro, tutti preferiamo essere chiamati in modo positivo, invece che appellati per un qualche evidente ma spiacevole difetto anatomico.

Il mentire richiede intelligenza, e solo gli animali superiori ne sono capaci. Quando si mente si attiva tutto il cervello, mentre quando si dice la verità è coinvolto solo il lobo sinistro, che non sa mentire.

 

Gli uomini sono i plebei della menzogna, le donne ne sono l’aristocrazia.
Abel Hermant, Elogio della maldicenza, 1925

In definitiva, potremmo dire che è mentendo che diventiamo adulti e indipendenti.

Con questo intendiamo dire che il mentire è necessario, ma che in molti ambiti è del tutto deprecabile.

Dire una bugia per danneggiare qualcuno, per esempio, è un atto condannato da tutti in qualsiasi situazione.
Un esempio è la denuncia fatta alle società produttrici di sigarette: quando risultò che il legame tra tumore e fumo di sigaretta era ben noto alle case produttrici, ma che avevano omesso di dirlo per non danneggiare i propri affari, ben pochi hanno ritenuto questo modo di fare come scusabile.

Stessa cosa succede quando le bugie diventano la norma.

Chi crede più a una persona che tutti sanno essere un perfetto bugiardo?

Un simile individuo avrà molte difficoltà a costruire legami stabili con gli altri, perché tutti avrebbero sempre il sospetto di essere ingannati in qualche modo.
Oltretutto, coprire le bugie diventa sempre più difficile.

Se mentire su un evento è facile, mentire su due eventi, specie se non collegati, genera un insieme di collegamenti fasulli nel cervello, che diventa sempre più complesso gestire man mano che la rete di menzogne si sviluppa.

 

Alcune ricerche

Il professor Daniel Goleman, ex docente di Psicologia all’Università americana di Harvard, definiva “vitali” alcuni tipi di bugie.

Secondo il teorizzatore dell’intelligenza emotiva (il modo attraverso cui siamo capaci di riconoscere le emozioni) ogni essere umano ha una parte “cieca” mentale, che non vuole e non sa comprendere la realtà.

Quando abbiamo a che fare con un fatto troppo spiacevole per essere valutato dalla mente logica, fingiamo con noi stessi, costruendoci una realtà alternativa, in cui il fatto è diverso da come è stato.

Tale bugia è vitale perché, così facendo, protegge il nostro Sé dai traumi che deriverebbero se prendesse coscienza di come stanno le cose.

Questo si traduce nell’inventarci scuse quando le cose non vanno come vorremmo, ma non accettiamo la più probabile delle verità.

Se gli altri non ci parlano, è perché non capiscono le nostre doti, e non perché, invece, siamo antipatici a tutti.
Se il professore ci dà dei brutti voti è perché ce l’ha con noi, e non perché non abbiamo studiato.
Se il nostro partner esce tutte le sere senza di noi è perché è pieno di impegni, e non perché ci tradisce.

Tutti questi casi potrebbero essere come noi vorremmo che fossero, ma se dovessimo verificare la realtà – parlando con persone neutre del nostro carattere, studiando di più, pedinando il partner – potremmo renderci contro che è CONTRO di noi, quindi preferiamo accettare la “nostra” versione.

Questo modo di fare può portare a conseguenze molto serie.
Una volta, durante le ricerche sul linguaggio del corpo con il mio collega dr Meridda, conoscemmo una donna che riteneva un “vero” uomo solo chi era rozzo e brutale, e i suoi partner la riempivano di colpi.

Abbiamo poi scoperto che anche suo padre faceva così, ma interrogata sul fatto rispose che “lo faceva per il suo bene”.

Mentire a sé stessa ha finito per farle ora vivere un rapporto pericoloso con gli uomini!

Tali bugie “vitali” riducono il dolore percepito a livello psicologico, e filtrando la realtà nel modo da confermare ciò che si vuole credere.
I sensi percepiscono ugualmente i segnali, ma arrivando al cervello questi vengono selezionati per l’inconscio, e non affiorano mai in superficie.
Finiamo per cancellare ciò che stiamo osservando.

Quando un intero gruppo di persone finiscono per credere alla medesima bugia vitale (ad esempio, di fronte a un sedicente miracolo, o a un politico che nega l’evidenza e ha sempre un seguito di fedelissimi che credono in lui, o al nazismo, in cui milioni di tedeschi si resero complici involontari di una strage) si forma un sistema sociale basato sulla menzogna.

Uno degli effetti più devastanti in questo senso si ha con le stragi familiari: l’aver mentito a sé stessi, fingendo di vivere in una famiglia felice, ha accumulato uno stress che poi esplode all’improvviso, cogliendo di sorpresa per primi proprio i membri più coinvolti.

Tramite questa bugia, si allevia quindi lo stress del momento, ma si accumula in futuro un potenziale pericolo.
La consapevolezza infatti è ridotta dello stesso tanto di quanto aumenta l’autoinganno.

L’equilibrio, come dicevano già gli antichi greci e romani, è la chiave di tutto.
Un eccesso di verità è dannoso, così come un eccesso di menzogna.

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BUGIARDO PATOLOGICO

La bugia patologica si presenta quando una persona mente senza scopo, o peggio quando non riesce a distinguere la verità dalla fantasia, e le bugie che dice finiscono per danneggiare la sua vita.

Una di queste forme alterate di realtà riguarda la figura dell’uomo-Pinocchio.
Tutti conosciamo la favola: il burattino Pinocchio si opponeva alle figure genitoriali (Geppetto/padre e Fatina/madre), usando le bugie come giustificazione del suo operato.

Nei bambini è normale questo tipo di comportamento, perché, come abbiamo detto, è necessario per il corretto sviluppo ed equilibrio psicologico.

Esistono però dei casi in cui il bambino, se vive un rapporto poco sereno con i genitori (secondo il SUO punto di vista. Non è necessario che i genitori siano davvero crudeli o menefreghisti, se il bambino li percepisce così si comporterà di conseguenza) tenderà a mantenere questa linea di condotta ben oltre i primi anni preadolescenziali.

Preferiscono cosi  rimanere “eterni fanciulli”, e continuare a mentire.
Questo finisce per generare due mondi: quello reale e quello fantastico, che nella mente del bambino si confondono ma che, nel caso in esame, proseguono anche in età adulta.

Il bambino cresce seguendo i desideri dei genitori come un attore con una parte, senza però volerlo fare e rifugiandosi nel suo mondo ideale dove le cose non stanno così, e si sente accettato e capito.

La paura di doversi trovare in una situazione simile da adulti, li indirizza nella strada della manipolazione altrui: per evitare di soffrire, di avere responsabilità non volute e compiti non accettati, l’adulto bugiardo cercherà sempre di evitare la verità, e di presentare la propria versione come unica e vera.

Tale adulto non riesce a comprendere il suo operato, e lo ritiene anzi normale.
Se interrogato sulla vita infantile riporterà alla mente sempre gli eventi più innocui, tralasciando qualsiasi genere di contrasto genitoriale.

Si è quindi così abituato alla sua vita “fantastica”, da non riuscire più a distinguerla dalla realtà, e anche se gli si dovesse provare che le cose non stavano così, rifiuterà la realtà spiacevole.

Illudendo sé stesso, illude anche gli altri, perché lo ritiene necessario per vivere bene.

Tali uomini hanno un fortissimo bisogno di mantenere l’autostima alta, e lo faranno mentendo e cercando conferme per il proprio operato.
Quasi mai si rendono conto della propria condizione, e anzi riterranno di essere del tutto normali ed equilibrati.

Quando è scoperto l’inganno, di solito si pente per quel che ha fatto, ma dopo poco tempo torna a ripetere il copione iniziale e a mentire a tutti.
Non prova un vero senso di colpa o vergogna per le sue azioni, in quanto ritiene sempre di agire nel giusto e di doversi difendere da chi lo accusa.

È in genere simpatico e abile a costruire buoni rapporti con gli altri, che non lo conoscono per davvero, ma non sa mantenere una linea di condotta a lungo: vive per l’attimo, e odia fare programmi a lungo termine.

Il rapporto che preferisce con gli altri è quello di superiorità.
Finge infatti di avere capacità, doti, risorse molto superiori alla media, in modo da ottenere ammirazione e riconoscimenti dagli altri.

Il suo modo di agire però ha bisogno di un contrasto, di una “Fatina buona” che cerca di salvarlo.
La sua compagna cercherà nei primi tempi di aiutarli, fino a che non capisce che non c’è, purtroppo, molto da fare a parte l’abbandono.
Questa è la cosa che l’uomo-Pinocchio teme di più, dopo l’esser stato smascherato, e talvolta per evitarlo rinuncerà alle bugie e cercherà di seguire una retta via.

È molto difficile che un uomo-Pinocchio guarisca, in quanto lui per primo nega di essere così e rifiuterà quindi l’aiuto di chi cerca di “salvarlo”.
La sua versione è molto più gradevole: qui riceve incoraggiamenti e stima, e stare in un mondo dove invece è una persona con problemi non gli piace affatto. Esistono comunque delle speranze, ma non sarà facile trovare il modo giusto: ogni uomo-Pinocchio ha il suo, e bisogna aiutarlo a trovare ciò cui tiene di più.

L’uomo-Pinocchio adora l’ammirazione femminile, e cercherà di circondarsi di donne che lo adorano e lo stimano. Per lui è molto difficile scegliere di avere una sola donna alla volta, perché questo lo vive come un limite ai propri desideri.

Questa condizione è di sicuro più diffusa tra gli uomini che tra le donne, in quanto per evoluzione l’uomo tende a volere più partner e a cercare altrove, mentre le donne sono più desiderose di un rapporto unico a lungo termine alla volta. Inoltre sono più gli uomini a vivere come “bambini cresciuti”, e spesso le differenze tra un uomo e un bambino sono minime.

 

Se vuoi approfondire l’argomento, ti aspetto al nostro prossimo corso sul linguaggio del corpo,
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Avrò il piacere di seguirti di persona durante tutto il percorso della durata di 2 giorni (full immersion), per questo ho scelto il numero chiuso, massimo 10 persone.

La rifrequenza è sempre gratuita – Attestato finale

 

Con affetto, Fabio.

 


 Per approfondimenti consiglio il libro

Lo scopo della menzogna e il bugiardo patologico

Prova a mentirmi. Imparare il linguaggio del corpo per capire gli altri

Siamo tutti bravi a mentire, ma a nessuno piace essere ingannato. C’è chi mente per un proprio vantaggio personale, chi per coprire un errore, chi magari solo per il piacere di riuscire a prendere in giro gli altri e farla franca… Televisione, pubblicità, giornali e persino amici e parenti – per non parlare del partner – ci mentono di continuo.

Come capire se chi avete davanti vi sta raccontando la verità o l’ennesima bugia? Qui troverete tutto sulla comunicazione: da quella che si crea nell’ambiente di lavoro, a quella che si svolge tra uomini e donne. E imparerete a riconoscere le bugie e a relazionarvi agli altri nel modo migliore. Le illustrazioni vi mostreranno in modo chiaro e semplice come cogliere le più piccole differenze tra un bugiardo e una persona sincera attraverso le microespressioni presenti nel volto.

Attraverso la psicologia della menzogna, imparerete poi a gestire il vostro rapporto con chi mente e ad evitare che gli altri vi ingannino. Scoprirete come la comunicazione non verbale influisca sulla nostra vita, e come fare in modo che il vostro modo di esprimervi diventi efficace. Imparerete come funziona la cinesica, la scienza del singolo gesto, e come servirvene. Perché è tanto insopportabile che ci siano sconosciuti in ascensore e cosa genera il disagio. E come creare un feeling con le altre persone in pochi secondi.

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