Le parole sono la più potente droga usata dall’uomo

Le parole sono la più potente droga usata dall’uomo

Le parole sono tutto ciò che conta in comunicazione? Ovviamente no.

Certamente hanno il loro ruolo,  il linguaggio utilizzato costituisce un’impalcatura cognitiva e una prospettiva che dà forma ai ragionamenti, alle ipotesi, ai giudizi , ma oltre la parola, esiste la comunicazione non verbale, che comprende tutti gli eventi comunicativi personali che non siano la parola parlata o scritta, e consente di avere una visione globale per creare ipotesi sul vissuto inespresso verbalmente dal soggetto.

Per inviare in modo congruente questi segnali è importante anche sapersi muovere mentre si comunica qualcosa, dimostrando una certa padronanza dello spazio circostante.

Il non verbale sappiamo che riguarda il linguaggio del corpo: la gestualità, la mimica facciale, la postura, la prossemica, quindi la gestione del proprio corpo e del proprio spazio.

Noi ascoltiamo con tutto il corpo; gesti quali muoversi in continuazione, ammiccare, mordersi le labbra, aggrottare le sopracciglia, controllare l’orologio ecc. sono tutti segnali disturbativi che possono confondere o distrarre l’interlocutore.

I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.
Tutto ciò che io conosco è ciò per cui ho delle parole
L. Wittgenstein

 

Segnali che interpretiamo positivamente

Viceversa, un atteggiamento positivo ed incoraggiante, una postura ben centrata e frontale rispetto all’interlocutore, un’attenzione rilassata ecc. sono segnali che vengono interpretati positivamente dall’interlocutore.

Il corpo stesso è in grado di fornire numerose “informazioni” involontarie quali il sudore, il tremito, l’arrossire, elementi molto utili se usati come indizi per intuire alcuni stati d’animo.

Gesti quali giocare con l’anello, pizzicarsi il naso, annodarsi i capelli su un dito (tipico del sesso femminile), grattarsi la nuca o toccarsi un indumento in continuazione come ad esempio un polsino e altri comportamenti simili, sono segnali che produciamo in modo quasi automatico, senza intenzione di trasmettere alcunché.

Nelle interazioni quotidiane si tende a ignorare tutti questi movimenti o a giudicarli privi di senso. Ciò non significa, però, che i segnali del corpo non vengano colti e non producano effetti.

Il processo avviene, per lo più in modo inconsapevole.

Insomma, il corpo è un ricco “parolaio”, ma purtroppo parla una lingua che non sempre riusciamo a comprendere o invia messaggi che spesso travisiamo.

 

Le parole sono la più potente droga usata dall’uomo
(Rudyard Kipling)

 

Può capitare che, già da adesso, un lettore curioso ponga attenzione ai vari gesti analogici emessi dalle persone che gli stanno vicino: va benissimo, ed è un utile esercizio che si può già iniziare a fare, ma… attenzione!

La lettura del corpo

Quando “leggiamo il corpo” non dobbiamo soffermarci su un singolo gesto, lo stesso messaggio spesso riverbera in più parti del corpo.

Ad esempio, l’ansia può essere manifestata in una mano contratta, in un’alterazione del respiro e nell’abbassamento del tono di voce.

Tuttavia non è detto che tali segnali agiscano tutti in accordo (come nel caso descritto dell’ansia), ma contribuiscono a creare in “coro” un messaggio globale ben più complesso.

A volte un segnale non dice granché se preso singolarmente, ma assume valore se accompagnato da un’espressione facciale o da altri comportamenti: grattarsi lo zigomo ad esempio, non ha un significato preciso, ma se contemporaneamente la testa viene piegata di lato, può significare fastidio, perplessità o disappunto.

Se vogliamo usare un linguaggio gestaltico, possiamo dire che il risultato è più della somma delle singole parti, ed il contesto in cui avviene il tutto non può essere trascurato.

Uno stesso segnale può avere addirittura significati diversi a seconda del contesto in cui é inserito: muovere la lingua sulle labbra indica in genere piacere, ma se le sopracciglia sono sollevate e unite è indice d’ansia.

Comunicare con il corpo permette di veicolare significati volontari o sottolineare significati espressi già dal contenuto, nella comunicazione la gestualità può quindi rappresentare:

  • un rinforzo
  • un’involontaria smentita
  • una fonte di feedback

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Altro valore analogico molto importante lo riceviamo dalla postura: essa è legata alla rappresentazione di sé, che sia veritiera o modificata essa è comunque legata all’immagine corporea e serve a dare un segnale di personalità, come una specie di gesto supplementare che accompagna e segue il discorso, in una sorta di comunicazione associata alla comunicazione verbale.

La gestualità è parte integrante del processo di comunicazione e l’unica regola che ha, è che non ha regole (Sansavini, 2000).

Ci sono molti modi per comunicare

Esistono vari modi per comunicare, possiamo parlare e vedere il nostro interlocutore, oppure possiamo avere una comunicazione solo uditiva, (ad esempio via telefono), o ancora avere un dialogo che implichi il contatto fisico.

Nessuna bocca è abbastanza grande per pronunciare l’intera cosa - Alan Wilson Watts Share on X

La più completa resta senza ombra di dubbio quella che riesce ad inglobare contemporaneamente la via visiva, uditiva e tattile, anche perché più informazioni abbiamo a nostra disposizione, più riusciremo ad esser precisi nella decodifica di un determinato comportamento.

Insomma, il linguaggio del corpo sappiamo essere importante, però nella vita di tutti i giorni ci concentriamo quasi esclusivamente sulle parole che diciamo (o che ascoltiamo).

Il concentrarci sul verbale, su ciò che viene detto, non ci permette di capire bene quando l’altro ci dice o no una bugia, oppure quanto di ciò che diciamo (o ascoltiamo) viene realmente capito; rovinando in tal modo, tutta la comunicazione.

 

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